Altra importante occasione culturale dei Martedì dell’Arte e nell’incontro di ieri la prof.ssa Jessica Piccinini, docente di storia Greca all’Università di Macerata, è stata protagonista di una lectio magistralis di tutto riguardo sui primi accenni di arte con immagini incise sulle rocce e che le caverne hanno custodito per migliaia di anni, tanto che risalgono addirittura a 70 mila anni fa. Non solo una proiezione di figure che devono aver avuto una funzione magica o simbolica, quando ancora la scrittura non esisteva, ma un ampio approfondimento sui significati di quei dipinti, realizzati con pigmenti di piante, grassi animali e sangue, usando più che altro le mani.
A tale proposito, una testimonianza è stata riscontrata nella Cueva de las Manos, ovvero Caverna delle Mani, di Santa Cruz, in Argentina, su una parete nella quale figurano solamente tante mani di varie dimensioni e colori: il tutto, come da precise informazioni archeologiche, si riferisce a un’immagine che risale a 13 mila anni fa.
In tante altre grotte di quel passato lontano, sono raffigurate pitture rupestri e forme di animali, quali bisonti, cavalli, cervi, com’è stato scoperto da tre speleologi nel 1994 nelle grotte di Chauvet , nel sud della Francia, risalenti a oltre 30.000 anni fa.
Dalla prof.ssa Piccini, tante altre immagini, ma un preciso riferimento è stato quello riguardante il significato di quei dipinti e le ipotesi possono riferirsi a immagini che spiegavano come avveniva la caccia, oppure come informazione dell’ambiente. Secondo la brava relatrice, l’ipotesi più plausibile di quelle immagini lasciate sulle rocce delle grotte, non erano altro che riti propiziatori.
Anche in Italia tante testimonianze di un’antichità, che si fa risalire a 18 mila anni fa, questa volta con graffiti su pietra riguardanti animali e persone, trovate nella grotta del Romito, nella provincia di Cosenza, sito risalente al paleolitico superiore, che rappresenta una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica in Italia e una delle più importanti a livello europeo. Altre testimonianze nel nostro Paese quelle della grotta dell’Addaura, un complesso di tre grotte naturali poste sul fianco nord-orientale del monte Pellegrino a Palermo, le incisioni rupestri della Val Camonica in provincia di Brescia e altro.
In definitiva, il convincimento finale della relatrice e delle tante persone presenti nel cineteatro Cecchetti, che l’arte contemporanea è sicuramente debitrice di quella antica. (v.d.s.).
Nella folto, la prof.ssa Jessica Piccinini, a sinistra, e la direttrice della rassegna, Anna Donati.