COSTI POLITICA: VIA I GOVERNATORI CON I CONTI IN ROSSO

conti-in-rossoCommissariare le Regioni non virtuose, ripensare e organizzare meglio il federalismo: il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, ne ha parlato agli Stati generali della Lega a Torino.  In verità uno strumento che ‘caccia’ governatori, sindaci e Presidenti di Provincia con i conti in rosso esiste già ed è stato varato appena un anno fa: è il decreto ‘Premi e sanzioni’, entrato in vigore il 5 ottobre dell’anno scorso, l’ottavo decreto attuativo del federalismo fiscale in esecuzione della legge 42 del 2009.  Quel provvedimento prevede la rimozione dei governatori che non riescono a rispettare i piani di rientro dal deficit sanitario. Anche i sindaci e i presidenti di Provincia che concludono il mandato con i conti in rosso sono incandidabili a tutte le cariche pubbliche elettive per un periodo di tempo di dieci anni, né possono ricoprire incarichi nelle giunte.  Il decreto legislativo, il cui testo è stato predisposto dai due relatori Enrico La Loggia (Pdl) e Antonio Misiani (PD), prevede dunque la decadenza per i governatori che presentano un bilancio sanitario con gravi dissesti oppure la nomina di un commissario ad acta per il rientro dal deficit, qualora questo non sia così elevato. Il governatore rimosso sarà incandidabile a tutte le cariche pubbliche elettive per dieci anni: insomma addio candidatura, dal Consiglio comunale al Parlamento. Stessa sorte per sindaci e presidenti di provincia i cui bilanci saranno in rosso, a causa di dolo o colpa grave, secondo il giudizio della Corte dei Conti. In più tutti, dai sindaci dei comuni con più di 5.000 abitanti, ai presidenti di Provincia e di Regione, dovranno presentare una relazione di fine mandato sulla finanza dell’ente da loro governato. Questo per trasparenza e per prevenire le polemiche sui “buchi” di bilancio, che ogni nuova amministrazione dice di aver trovato.  Il decreto va giù duro anche sui manager della sanità che  presentano libri in rosso: a parte la decadenza, per direttori generali, amministrativi e sanitari, scatterà l’interdizione per altre cariche per 10 anni.    Per quanto riguarda invece i premi agli Enti virtuosi, il decreto interviene sul potenziamento delle misure per il contrasto all’evasione fiscale: la  partecipazione delle Province all’accertamento fiscale viene incentivata mediante il riconoscimento di una quota pari al 50% per cento delle maggiori entrate dei tributi statali riscosse a titolo definitivo; la Provincia contribuirà all’accertamento attraverso la segnalazione all’Agenzia delle entrate ed alla Guardia di finanza di “elementi utili ad integrare i dati contenuti nelle dichiarazioni presentate dai contribuenti per la determinazione di maggiori imponibili fiscali”.  Fin qui il provvedimento. “Federalismo e virtuosità? Concordo
con Passera, servono nuove regole. Bisogna riconoscere performance e sanzioni per enti non virtuosi, la Campania pronta alla sfida”: così il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, commenta le parole del ministro Passera. Per il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, invece, il federalismo, che avrebbe dovuto migliorare l’organizzazione dello Stato, “finora ha fatto crescere a dismisura i costi della pubblica amministrazione”. Non solo: “Gli schemi sono saltati e oggi ci sono governatori più importanti non solo dei parlamentari ma persino dei ministri”.

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