“Al similar di un lampo” sono passati questi venti giorni in Osimo ed alla fine il Sindaco Pirani, con un esempio di profonda dignità, si è mostrato irremovibile e ha confermato le proprie dimissioni, aprendo la via al Commissariamento del Comune. Ha preferito evitare di ricadere in quel teatrino di ricatti ed imboscate consiliari, che avevano caratterizzato i primi tre mesi della sua legislatura. Dino Latini, da vecchia volpe della politica, aveva tentato di evitare il precipitare degli eventi, questa volta sfuggiti stranamente al suo controllo, dimettendosi nelle ore scorse, ma il gesto non è servito a salvare né la poltrona, né la credibilità politica. La grande novità a questo punto sta nel fatto che, non solo si litighi anche a destra, cosa già assodata un pò ovunque, ma che le liti diventino inconciliabili fino a rottura definitiva. Ma cosa sta succedendo dal Nazionale al locale? Prima le scaramucce governative tra Forza Italia e Lega, poi le imboscate in Parlamento con le bocciature degli emendamenti consiliari ed infine le smentite della Meloni su una possibile crisi della maggioranza che hanno risuonato molto da “excusatio non petita..”. Poche settimane fa, a precedere l’epilogo osimano, l’imbarazzante scenario dai toni apocalittici della maggioranza di destra civitanovese ridotta a cinque contro ventuno in Consiglio Comunale. Se Ciarapica piange, Parcaroli non ride, anche lui in difficoltà nella gestione della sua maggioranza sia in provincia che in città. Sui vari organi di stampa viene descritto un Acquaroli fuori di sé dalla rabbia e impegnato in continui richiami alla serietà e soprattutto alla responsabilità. Perdere Osimo, congiuntamente al problema Latini che non può non esplodere all’interno della maggioranza regionale di cui fa parte, potrebbe aver rappresentato per il governatore una sorta di contemporanea Caporetto che rischia di innescare un effetto domino, pronto a travolgere una dopo l’altra le zone di crisi. Ci sarà una linea del Piave per Acquaroli? Vista la situazione la vedo per lui indispensabile con le regionali alle porte e con un Matteo Ricci, gravido di consensi, possibile candidato del centrosinistra. In un attimo quella filiera di destra che era apparsa inscalfibile fino a pochi mesi fa, manifesta una fragilità imprevedibile e uno scenario che vada a mutare, avrà conseguenze inevitabili anche per la nostra Recanati.