“Non potete immaginare quante persone mi chiedono aiuto, ma ultimamente sono spaventato. Non sono solo gli operai a rivolgersi a me ma anche gli imprenditori”. Così il vescovo di Fermo mons. Luigi Conti, presidente della Cem, nella sua omelia ai funerali di Romeo Dionisi, della moglie Anna Maria Sopranzi che si sono uccisi difficoltà economiche, e del fratello di lei Giuseppe. Conti ha rivolto un appello a “coloro che ci governano perché facciano presto e si rendano conto che non ce la facciamo più. Dobbiamo tornare alla Genesi, dove ci sono due domande – ha proseguito mons. Conti – dopo il peccato originale: il Signore chiede ad Adamo ‘Dove sei?’, e la seconda, a Caino, ‘Dov’é Abele?’. Questa domanda è per noi: ‘Dove sono Romeo, Anna Maria e Giuseppe?'”. “Caino – ha proseguito il presule – risponde con un’altra domanda: ‘Non lo so, sono forse io il custode di mio fratello?’. Ecco il punto critico di questo momento storico, la domanda ‘sono forse il custode’?. Eppure è così, ognuno di noi ha questa vocazione di custode dell’altro”. “Forse la condizione in cui erano entrati Romeo, Anna Maria e Giuseppe – ha detto l’arcivescovo in un altro passaggio della sua omelia – era il buio totale, un’eclissi, ma sono certo che se hanno chiesto perdono a noi forse l’ultimo pensiero è stato: Padre ci consegniamo te”. Parlando dei Dionisi ha aggiunto: “Questi sposi per tutta la vita hanno camminato insieme e sono stati uniti anche nella morte e il Signore vede nel profondo, non è cieco come noi”.