Oggi (mercoledì 21 luglio) a Montegiorgio, presso l’Officina del Sole (della famiglia Beleggia, già titolare della Brosway) Sam Stathis della World Chariot Racing Federation ha presentato davanti ai rappresentanti degli ippodromi (Antonio Acanfora del Gruppo Ippodromi Associati che rappresenta ben 33 ippodromi, Alessandro Arletti del Coordinamento Ippodromi, di cui fanno parte 8 ippodromi, e l’ing. Giampiero Pieraccini per la società ippodromo del Casalone che comprende Grossetto e Pescara), alla stampa e all’amministrazione di Montegiorgio (il sindaco Michele Ortenzi e all’assessore Alan Petrini) come vuole fare per portare le discipline ippiche alle Olimpiadi. Sam Stathis è un imprenditore americano molto interessato alle nuove tecnologie e a ridare lustro a tutti gli sport che girano intorno ai cavalli. Il nome tradisce inequivocabilmente la sua origine greca e la sua passione per la sua patria che qualche migliaio di anni fa aveva inventato i giochi olimpici per omaggiare Zeus. Per classificarsi alle Pre-Olimpiade di Parigi del 2024 bisognerà affrontare le batterie di qualificazione in vari ippodromi italiani, non meno di sei (2 nel nord, 2 nel centro e 2 nel sud), con cavalli divisi in 4 classi o più: probabilmente 2 anni, 3 anni e 4 anni con anziani. La stessa cosa dovrebbe avvenire in altri stati (America, Canada, Svezia, Danimarca, Norvegia, Francia, ecc). I cavalli qualificati verranno invitati ad Olimpia, in Grecia, dove si sta realizzando un nuovo e moderno ippodromo. E poi si va a Parigi per le olimpiadi. Questa è l’idea di una formula sportiva per ridare nuovo impulso alle discipline ippiche. Ma secondo Stathis bisognerà ammodernare il settore portare le nuove tecnologie e farlo diventare traino di un nuovo sviluppo economico. Molto interessati i rappresentanti degli ippodromi e la stessa amministrazione comunale di Montegiorgio.
«Nell’antichità le olimpiadi erano in onore di Zeus –precisa Sam Stathis – ora invece per sono in onore di Dio, tutte le mie società hanno in comune la parola Theo (“Θεός”), Dio. Non per nulla l’incontro è iniziato con una preghiera e tutti in piedi. Vogliamo creare un circuito e quindi arrivare alle olimpiadi. Per portare avanti questo progetto creerò due società in Italia. E’ chiaro che bisogna fare interventi per rendere l’ippica più interessante per gli sponsor, magari realizzando sulky innovativi che possano essere sponsorizzati come succede in Formula 1 e investendo nella comunicazione. Non sono venuto in Italia per chiedere soldi ma per investire, e creare lavoro.
Voglio partire dal cavallo per creare prosperità, ma anche pace e tranquillità. Quando i bambini vengono coinvolti nel mondo dei cavalli diminuiscono i profili criminali. Saranno le due società italiane a gestire l’operazione e si ricorrerà a personale del luogo. Bisogna vedere quello che funziona per mantenerlo e cambiare quello che non funziona». Un progetto che ha uno schema semplice dal piccolo al grande senza perdere l’anima: locale, regionale, nazionale e internazionale.