PROBLEMA PORTO: QUELLI A DIFESA DEL SUO STATUS QUO

Parte la raccolta di firme contro la privatizzazione e lo stravolgimento profondo del porto a cui in tanti si oppongono, favorevoli invece al mantenimento della sua vocazione e al miglioramento della situazione attuale, dal momento che la struttura portuale ha sempre rappresentato una fonte di lavoro e quindi di benessere, divenendo a ragione un simbolo della città. Ciò è chiaramente emerso nella conferenza stampa che ha visto riuniti negli spazi del Club Vela, Gianni Santori dell’Associazione “Il Madiere”, Giuseppe Micucci della Cooperativa “Casa del Pescatore”, Marino Bigoni della Cooperativa “Piccola Pesca” e Andrea Cittadini del Coordinamento “Il Porto di Civitanova”. Tutti hanno rappresentato le ragioni delle categorie che da sempre sostengono le attività portuali. Santori ha approfondito gli aspetti del progetto della Eurobuilding “di grossa entità – ha detto – presentato a riguardo del porto, perciò intendiamo rivolgere un messaggio ai nostri associati e alla città per ribadire che il porto da sempre rappresenta il simbolo della città, una città che non ha bisogno di mega yacht. Abbiamo perciò inteso avviare una raccolta firme per dire no alla cementificazione del porto. Faremo via via sapere le modalità da seguire e i luoghi in cui si potrà firmare”.
Gli ha fatto seguito Giuseppe Micucci che ha ricordato anche la storia centenaria della cooperativa. “Impossibile – ha poi sottolineato – che un bene comune, rappresentato dal porto, divenga un bene privato”. Altri interventi di Marino Bigoni per il quale è scontata la piena disponibilità degli associati alla piccola pesca, e di Andrea Cittadini, per il quale non va ignorato il fatto che il porto necessiti di una costante riqualificazione delle sue strutture ma nell’ambito di un piano particolareggiato di iniziativa pubblica. Da evidenziare inoltre gli interventi di Primo Recchioni per il quale il “porto così com’è è vivo ad ogni ora della giornata ed esprime notevoli professionalità legate al mondo della pesca” e dell’avvocato Emanuela Anconetani, che fa parte del coordinamento del Comitato del porto, per la quale “il progetto presentato è dedicato al lusso e stravolge l’entità di una città che rischia di essere distrutta”.

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