IL RICORDO DELL’AGENTE EROE CALOGERO ZUCCHETTO

Cerimonia, questa mattina,(molto piovosa) in onore dell’agente Calogero Zucchetto, Medaglia d’oro al valor civile, ucciso barbaramente dalla mafia a Palermo, il 14 novembre del 1982, a soli 27 anni. Nel parco a lui dedicato, sul lungomare sud, il Questore Gianpaolo Patruno, il Prefetto Isabella Fusiello, il Sindaco Fabrizio Ciarapica, alla presenza delle autorità civili e militari hanno depositato una corona davanti al monumento.
“Uniti nella memoria e nel rispetto – ha detto il Sindaco Fabrizio Ciarapica – onoriamo la figura di Calogero Zucchetto. Il suo coraggio e il suo impegno per la giustizia e la legalità non possono e non devono essere dimenticati. Oggi, più che mai, siamo chiamati a prendere esempio dal suo sacrificio. Rinnoviamo il nostro impegno verso la legalità, la solidarietà e la pace. Ricordiamo che ogni azione di coraggio, per quanto piccola, contribuisce a costruire una società migliore”.
Dopo una preghiera, è stato il Questore Gianpaolo Patruno a ripercorrere la storia dell’agente eroe: “L’agente, per gli amici e colleghi “Lillo”, entra in Polizia all’età di 19 anni – racconta -. Destinato alla questura di Palermo, inizialmente viene assegnato alla Sezione investigativa, dove si occupa, oltre che di indagini contro la mafia, anche della scorta di Giovanni Falcone. Professionale, caparbio, coraggioso, intelligente, Zucchetto intraprende la sua missione con grande entusiasmo. Si distingue subito. È un ragazzo, socievole, pieno di vita che lavora con determinazione, coraggio e passione. Nel mese di ottobre del 1982 giunge la notizia che dalle parti di Ciaculli si nasconde un pericoloso boss. Nei giorni immediatamente successivi, Zucchetto e il Dott. Cassarà effettuano sopralluoghi nella zona con la moto personale di Zucchetto , ma Lillo viene riconosciuto da due noti latitanti, Giuseppe Greco e Mario Prestifilippo. Le attività di riscontro e le indagini svolte senza soluzione di continuità consentono alla Squadra mobile di Palermo di arrestare Salvatore Montalto il 7 novembre 1982. Zucchetto dà un contributo decisivo all’operazione, pur consapevole dei rischi che corre perché cosa nostra era a conoscenza del ruolo fondamentale svolto da lui nelle indagini. Calogero è molto preoccupato, ma sa di aver fatto il suo dovere fino in fondo. Una settimana dopo si trova in città, nei pressi del bar Collica, affollato da molti giovani quando i due latitanti che lo avevano riconosciuto durante i sopralluoghi, in sella ad una motocicletta, gli si avvicinano e sparano cinque colpi di pistola. A 27 anni si spegne un’altra giovane vita, un’altra vittima innocente di un drammatico 1982”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *