IL RITRATTO NEL TEMPO

Il pittore cattura un’espressione e la fissa sulla tela: nasce il ritratto. Ma nel corso dei secoli la ritrattistica ha subito molte evoluzioni, fino a trasformarsi nel modo più utilizzato per trasmettere al futuro un’immagine di sé.
La produzione artistica dell’umanità, in ogni luogo e in ogni epoca, è dominata dal ritratto. Ma raffigurare una persona non è sempre stato uguale, poiché nei secoli la ritrattistica è passata attraverso una lunga serie di trasformazioni, dettate da ragioni stilistiche ma anche dai cambiamenti culturali che nel frattempo si sono verificati.
Il ritratto finalizzato all’esaltazione delle qualità positive dei soggetti, sia fisiche che sociali, ha caratterizzato il mondo antico all’incirca fino al quarto Secolo A.Cr., quando in Grecia si cominciò ad abbandonare la rappresentazione astratta in favore di una riproduzione dei soggetti più fedele ai lineamenti reali. Prima dell’invenzione della fotografia non era possibile immortalare gli individui in ogni fase della loro esistenza. E dunque, soprattutto nell’alta società, i ritratti venivano eseguiti per preservare un ricordo di occasioni importanti o di persone non più in vita o lontane. In epoca più recente, dopo un lungo periodo storico in cui gli artisti hanno preferito una modalità raffigurativa più di tipo simbolico, si è fatta strada l’esigenza di realizzare ritratti sempre più vicini al vero. Ciò grazie soprattutto ai pittori fiamminghi del quattrocento, i quali – proprio per aver saputo mostrare la varietà dei tipi fisici – vengono considerati i veri fondatori del ritratto moderno.
La ricerca di un maggiore realismo, insieme con il fatto che il più delle volte i ritratti venivano eseguiti su commissione, ha fatto sì che si rappresentassero anche persone malate o con difetti fisici.
Emblematica è la famosa opera del Ghirlandaio Ritratto di vecchio con nipote, in cui l’autore dimostra doti di precisione massima nella resa dei dettagli riportando il rinofima, la malattia cutanea che provoca l’ingrossamento del naso, di cui il vecchio è evidentemente affetto.

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