Una bella iniziativa ha interessato l’Anffas di Civitanova Marche: il comitato Genitori Uniti, gruppo di famiglie con giovanissimi figli disabili, è entrato in contatto con la struttura e ha iniziato un percorso insieme.
È stato così ideato un progetto nuovo e innovativo, che ha messo in contatto i “ragazzi-adulti” dell’Anffas con tre bambini dai sei a nove anni, che hanno preso parte alle attività del centro diurno durante i due mesi estivi.
Questi giovanissimi e le loro famiglie hanno portato nuova energia e, dopo un iniziale momento di conoscenza, il rapporto intergenerazionale ha dato benefici a tutti. I ragazzi più grandi dell’Anffas hanno iniziato a prendersi cura dei loro piccoli ospiti come nipotini, hanno posto loro attenzione e li hanno coinvolti nei giochi e nelle attività. Questo scambio ha permesso ai bambini di trovare nuovi stimoli, ma anche di responsabilizzare i “ragazzi-adulti” dell’Anffas, che hanno scoperto nuova consapevolezza circa le proprie capacità, aumentando così la propria autostima.
Le attività svolte assieme sono state quelle tipiche del periodo estivo, che segnano la chiusura della parte didattica invernale (più strutturata e complessa): quindi si è optato per una proposta di gioco pedagogico, sfruttando anche la bella stagione e gli spazi esterni della struttura dell’Anffas Civitanova, che si trova in via Trilussa 12.
In questo percorso è stato fondamentale l’apporto dei genitori, che hanno spinto l’iniziativa con coraggio.
“Noi famiglie del Comitato eravamo disperate al pensiero di un’altra estate senza alternative rispetto alle poche ore di domiciliare o di colonia al mare – le parole di una mamma – Così, casualmente, abbiamo parlato dei nostri bisogni e della nostra idea di centro estivo con l’Anffas: ci siamo sentiti accolti come dei figli. Abbiamo creato insieme un sogno ed abbiamo vissuto momenti da condividere. Ci siamo sentiti compresi ed ascoltati, sia emotivamente che materialmente, sin da subito: Per noi sono stati due mesi indimenticabili, fatti di sorrisi amore e divertimento. “La felicità è una casa in cui tornare” ci hanno scritto quando ci siamo salutati: l’Anffas è diventato per i nostri ragazzi quella casa”.