Le recenti notizie sulle difficoltà logistiche, come le classi in Dad per sfuggire al freddo, non devono distogliere l’attenzione dalla questione centrale che riguarda il Liceo Giacomo Leopardi: le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Il capogruppo del Partito Democratico, Andrea Marinelli, interviene con fermezza sulla vicenda, lanciando un appello alla politica locale.
“Il fatto che permanga irrisolta la problematica legata agli spazi e alle aule potrebbe spingere il dirigente scolastico a non accogliere nuove iscrizioni, con il rischio di ridurre il numero di sezioni o, peggio, compromettere il futuro di alcuni indirizzi. È una situazione che non possiamo permetterci.”
La questione è aggravata dall’incertezza sul futuro utilizzo degli attuali spazi. “Oltre alle problematiche già note, gli stessi spazi rischiano di non essere più disponibili, viste le opere pianificate sulla struttura del Bonifazi. Questa emergenza andava affrontata un anno fa, considerando che si trascina da due anni, ma la politica si è limitata a giocare sul doppio colore di Comune e Provincia, rimpallandosi le responsabilità.”
Con il mutato scenario amministrativo, Marinelli sottolinea l’urgenza di un intervento congiunto: “Ora che la destra governa tutto il territorio, non ci sono più scuse. La politica deve assumersi le proprie responsabilità e fornire risposte concrete per il futuro del nostro Liceo.”
La proposta avanzata dal capogruppo del PD è chiara e diretta: “Come opposizione, proponiamo un appello congiunto con la maggioranza recanatese per invitare il Presidente Parcaroli a rassicurare l’istituzione scolastica sul suo futuro. Serve una proposta concreta, credibile e sostenibile. È un appello che deve unirci tutti per il bene del nostro Liceo, che ha sempre rappresentato un motivo di orgoglio per la nostra città.”
Andrea Marinelli conclude sottolineando l’importanza di agire rapidamente: “Non possiamo permettere che l’incertezza amministrativa comprometta il diritto degli studenti di scegliere il nostro Liceo. Le iscrizioni al Giacomo Leopardi non si toccano.”