In occasione della giornata mondiale dedicata alle Neoplasie Neuroendocrine (NENs acronimo del termine inglese “neuroendocrine neoplasms”) si è svolto oggi, martedì 10 novembre ore 14:00, il webinar “Le Neoplasie Neuroendocrine: opinioni a confronto nella regione Marche”. Con il patrocinio dell’Università Politecnica delle Marche e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuni Ancona l’evento, promosso dalla Clinica Oncologica, è stato presieduto dalla Prof.ssa Rossana Berardi Prof. Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Direttore della Clinica Oncologica degli Ospedali Riuni di Ancona.
Si è trattata della a edizione di un evento educazionale per professionisti di tutte quelle discipline mediche che si fanno carico del paziente oncologico.
E’stato inoltre divulgato un opuscolo per i pazienti che può essere scaricato dal sito oncologia marche è che ha lo scopo di fornire consigli e informazioni utili per aiutare il paziente ad affrontare il percorso di cura della neoplasia neuroendocrina.
“Le NENs rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie che originano dalle cellule neuroendocrine, ovvero cellule con caratteristiche intermedie tra il sistema nervoso e il sistema endocrino – ha spiegato la Prof.ssa Berardi -. Queste cellule sono coinvolte nella regolazione di molte funzioni della vita quotidiana attraverso la produzione di sostanze che agiscono localmente o a distanza trasportate dalla circolazione sanguigna. Le cellule neuroendocrine sono localizzate in varie parti del nostro organismo. Pertanto, le NENs possono potenzialmente insorgere in ogni distretto corporeo. La sede più frequentemente interessata è il tratto gastro-entero-pancrea co (GEP) che comprende lo stomaco, il piccolo intestino, il colon-retto e il pancreas (60% dei casi). Circa un quarto delle NENs insorge, invece, a livello del sistema broncopolmonare, rappresentando la seconda sede più frequente. Tutte le altre localizzazioni sono molto rare. Le NENs sono considerate malattie rare con un’incidenza stimata di circa 2,5-5 nuovi casi su 100.000 persone ogni anno, costituendo lo 0,5% di tutte le neoplasie maligne. Negli ultimi trenta anni, tuttavia, l’incidenza è notevolmente aumentata, circa del 500%, principalmente grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche che ci consentono di identificare la neoplasia in un maggiore numero di casi”.
L’approccio multidisciplinare, unitamente allo sviluppo e alla disponibilità di nuove opzioni terapeutiche, ha portato, negli anni, ad un notevole aumento della possibilità di guarigione e della sopravvivenza anche in presenza di una malattia avanzata con metastasi a distanza. Inoltre, anche la qualità di vita dei pazienti è notevolmente migliorata diventando in molti casi pressoché sovrapponibile a quella delle persone non malate. Purtroppo ancora oggi molti pazienti giungono alla diagnosi corretta tardivamente, principalmente a causa della rarità della malattia e alla aspecificita’ dei sintomi d’esordio, spesso poco chiari e di difficile interpretazione che possono mimare altre patologie non tumorali. Per questo motivo la zebra è diventata il simbolo internazionale della malattia, rifacendosi e rovesciando il celebre aforisma del medico americano Theodore E. Woodward, premio Nobel della Medicina 1948: ”Quando senti il rumore di zoccoli pensa a un cavallo, non a una zebra”, ossia pensa alla cosa più ovvia e non alla più strana, a patologie più frequenti e non perdere tempo dietro ipotesi lontane dalla realtà… Ma a volte può capitare che dietro il rumore di zoccoli ci sia veramente una zebra, un evento raro, ma possibile. Ed ecco che nel caso delle neoplasie neuroendocrine la frase diventa “Se senti un rumore di zoccoli non pensare solo al cavallo, pensa anche alla zebra”: sebbene il passo di una zebra produca lo stesso suono di quello di un cavallo, confonderli sarebbe un grave errore!