Il gruppo assembleare del Partito Democratico boccia senza appello la nuova legge urbanistica approvata dal centrodestra dopo una maratona di sei giorni in consiglio regionale, che ha visto maggioranza e opposizione contrapporsi radicalmente sulle nuove norme per la pianificazione del territorio. Respinti gran parte degli oltre 360 emendamenti presentati dal gruppo dem.
“È una legge dannosa – spiega la vice capogruppo del Pd Anna Casini , relatrice di minoranza della proposta di legge – che non è stata assolutamente condivisa con i Comuni e le Province, tanto è vero il Cal non ha espresso neppure il proprio parere. Il dato più evidente è che creerà complicazioni burocratiche, restando di fatto inapplicabile, specie per quanto concerne il Piano Casa. Abbiamo cercato in ogni modo di apportare miglioramenti a un testo peraltro anche scritto male e che si presta a generare una miriade di contenziosi tra la Pubblica amministrazione da un lato, e i cittadini e le imprese dall’altro. Ma il centrodestra, come suo costume, ha preferito erigere un muro per far naufragare il dialogo. Di contro, sono stati ignorati tutti i temi chiave che avrebbero dovuto essere al centro della revisione della legge: dalla riduzione del consumo di suolo al dissesto idrogeologico, dall’antisismica all’abbandono delle aree interne, fino al contrasto degli effetti provocati dai cambiamenti climatici”.
“Abbiamo detto fin dall’inizio – aggiunge il consigliere regionale Fabrizio Cesetti , vicepresidente della III commissione – che sarebbe servito maggiore coraggio e più competenza per scrivere un nuovo testo unico. Ed è quello che abbiamo tentato di fare con i nostri emendamenti di fronte all’inconsistenza della proposta di legge varata dalla giunta Acquaroli e approvata pedissequamente dalla maggioranza. Al di là dei tanti aspetti negativi che rischiano di paralizzare la pianificazione urbanistica dei Comuni e delle Province, questa leggina non dà alcuna risposta a questioni dirimenti per il futuro delle Marche: parlo ovviamente della rigenerazione urbana, delle politiche abitative, della difesa del suolo e della valorizzazione dei beni ambientali, paesaggistici e culturali. Un testo che non tiene conto neppure della recente riforma della Costituzione con cui è stata introdotta tra i principi generali la tutela dell’ambiente. Ma l’aspetto peggiore, e certamente gravido di conseguenze, è il potere eccessivo e interdittivo che si è deciso di dare al Ministero della Cultura, sottraendolo agli enti locali, di fatto espropriati delle loro prerogative e della loro autonomia”.
“Come suo solito – commenta la segretaria del PD Marche Chantal Bomprezzi – la destra regionale ha voluto approvare tutto in gran fretta. Questa legge è stata approvata sopra la testa di sindaci e territori, senza adeguata consultazione o partecipazione dal basso. Il risultato è l’ennesimo contenuto vuoto di visione e di prospettiva, che rischia di creare solo danni, come il piano socio sanitario. Desidero ringraziare il gruppo consiliare del Partito Democratico delle Marche per l’enorme lavoro svolto, in aula e fuori, con iniziative, approfondimenti ed emendamenti, così come il responsabile Ambiente della segreteria Andrea Belegni, il tavolo ambiente e governo del territorio del pd marche e tutti i volontari che con le loro competenze ci hanno sostenuto in questo percorso che continueremo insieme per proporre un’alternativa credibile e progressista ai marchigiani”.