Sembra proprio che l’amore nella nostra epoca sia un legame che non riesce ad essere così saldo come tutti ci aspetteremmo. Decantiamo ad ogni piè sospinto un’inedita libertà di scelta, diversamente da quanto accadeva solo qualche decennio fa, eppure la coppia amorosa fatica a durare nel tempo, fatica a tenere in piedi il patto, esplicito o esplicito, che aveva stipulato per darsi un futuro.
Nel mondo industrializzato una coppia su due si separa o divorzia e lo fa, tra l’altro, quasi sempre in modo rancoroso e patologicamente conflittuale, non tenendo in alcun conto né del sentimento che li aveva legati, né tantomeno del benessere psicologico dei figli, quando ci sono. Non possiamo, allora, non interrogarci sul perché un legame affettivo scelto liberamente, spesso dopo aver già sperimentato altre esperienze amorose, si riveli, paradossalmente, così precario.
Credo che il disagio che investe un rapporto così intimo abbia a che fare con il narcisismo che la nostra società alimenta a piene mani in ognuno di noi. Si tratta di un narcisismo particolare. Infatti non si tratta del narcisismo che immaginariamente esalta l’onnipotenza delle persone, bensì del narcisismo che utilizza la mancanza dell’individuo facendogli però credere che questa mancanza possa essere eliminata attraverso il possesso di oggetti, di gadget, prodotti a dismisura dalla tecnologia.
Dentro questa logica “mercantile” il proprio partner, proprio come i gadget acquistati e rapidamente divenuti obsoleti, dopo un po’ viene gettato alle ortiche perché perde la sua attrazione, il suo sfavillio.
Oggi continuiamo ad innamoraci ma abbiamo meno voglia di accettare il passaggio dall’innamoramento all’amore. Vogliamo il nostro partner accanto a noi sin quando lo idealizziamo, ma finita l’infatuazione non riusciamo ad apprezzarlo anche per le sue imperfezioni. E’ più comodo mollare chi non risponde più alle nostre attese, pensando che sia più utile per noi metterci alla ricerca di un nuovo partner, quello in grado di farci accedere alla Felicità. Ma questo partner non c’è nella realtà perché esiste solo nelle nostre fantasie. Così passando da una delusione all’altra, si finisce, sempre più spesso, con il vivere una condizione esistenziale permeata da una inquietante solitudine.