Le nuove normative anti Covid spengono le discoteche e il sindaco-candidato è costretto a chiudere la sua sede elettorale: lo Shada. Qui aveva annunciato il salto della quaglia in Forza Italia e trasferito il quartier generale. Qui, tra serate glamour e champagnini, ha pianificato come sguinzagliare truppe di attacchini per tappezzare la città di maxi manifesti cattura voti, costosissima strategia che solo lui si può permettere. Ora niente più tavolo riservato sotto le palme e, dovendo tornare ad amministrare, la reazione è stata feroce: solidarietà ai boss della movida e, senza alcun senso del ridicolo, richiesta di dimissioni al premier Conte. Un po’ come quando, a febbraio, chiese la testa di Ceriscioli che chiudeva le scuole in regione per arginare la pandemia, mentre lui organizzava il Carnevale, salvo poi accorgersi dell’emergenza e mettersi a realizzare insieme a Bertolaso il Covid fiera, che con teste come quelle di Ciarapica potrebbe rischiare di aprire in autunno. Ma, il modello è quello populista, lo stile è quello del Papeete. E allora rieccolo il sindaco, di nuovo cieco davanti al rischio del Covid, mentre ci vede benissimo quando si tratta di difendere gli amici discotecari o quelli che lo accompagnano alla corte di Salvini e poi, incidentalmente, si cuccano sostanziosi contributi comunali per eventi motoristici a pagamento. Aspetti etici, e non solo, da chiarire per non dare l’impressione di usare i soldi dei civitanovesi per coltivare questioni politiche private e per chiarire pure se questa gente è usa minacciare amministratori, come ha comunicato via Facebook Borroni, un altro che non brilla per senso delle istituzioni. Assessore a Civitanova e aspirante consigliere regionale, denuncia di aver subito intimidazioni, ma invece di presentarsi in caserma scrive un post: tutti legge e ordine, Patria e onore questi di Fratelli d’Italia, poi quando devono dimostrare il senso dello Stato te li ritrovi a chattare sui social. Le discoteche le avranno chiuse, ma impazza il ballo dei quaquaraqua.
Di Robespierre