Le persone che vivono lontane dal mondo dell’arte, raramente hanno sentito parlare di Piero Guccione, pittore, incisore e illustratore italiano, e a parlarne in modo ampio e con l’ausilio delle immagini, è stato il prof. Roberto Cresti¸ alla sua terza partecipazione ai “Martedì dell’Arte” di quest’anno. Per i più, dunque, è stato piacevole apprendere che Guccione, come definito dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. è considerato, “il maggiore pittore italiano degli ultimi cinquant’anni “.
Il prof. Cresti, dopo aver reso noto che Guccione è nato a Scicli il 5 maggio 1935 e morto a Modica il 6 ottobre 2018 (entrambe località del ragusano), attraverso le tante immagini proiettate nel vasto scherma del cineteatro Cecchetti, ha parlato della sua vita e della partecipazione all’attività artistica che ha portato vanti a Roma, dove ha vissuto a lungo, e in una mostra che si è tenuta negli Stati Uniti, venendo a conoscenza con personaggi del mondo dell’arte.
I suoi dipinti, azzardiamo, in chiave figurativa ed astratta, sono dedicati al mare che considerava “un bisogno di uscire e respirare” e che, in ogni occasione, frequentava in solitudine soprattutto nella sua Sicilia, dove si è conclusa la sua vita, costruendosi una casa-studio e diventando punto di riferimento per altri artisti conterranei.
Da parte del prof. Cresti un accenno a Caspar David Friedrich, pittore tedesco, esponente dell’arte romantica, considerato uno dei più importanti rappresentanti del «paesaggio simbolico», che sosteneva “porta alla luce – è apparso sullo schermo la scritta – quanto hai potuto vedere nell’oscurità”.
Tante foto dei dipinti di Guccione, come i funerali di Togliatti del 1972 e scorci di paesaggi suggestivi che fanno parte dell’arte italiana e che continua a vivere nei più importanti musei. (v.d.s.)
Nedlla foto, Guccione mentre dipinge il suo mare.
MARTEDÍ DELL’ARTE CON PIERO GUCCIONE
