Altro incontro di profonda storicità quello di ieri della vasta programmazione dei Martedì dell’Arte che ha avuto come relatore il prof. Alessandro Delpriori, uno dei punti di riferimento della rassegna che ha visto sempre una larga partecipazione di attenti ascoltatori. Presentato da Michela Gattafoni, vice presidente dell’Associazione Culturale Arte, il prof. Delpriori ha svolto un’ampia relazione su “Abazie, Monaci e le prime immagini del Romanico”, soffermandosi inizialmente sulle evoluzioni della pittura delle immagini che si sono realizzate intorno all’anno mille, quando c’è stata una forte crescita delle abazie, o abbazie, che non erano altro che un punto di riferimento di vaste comunità religiose piuttosto ricche che si autogestivano e il più delle volte custodivano reliquie di santi.
Il prof. Delpriori ha quindi proiettato sullo schermo superbe immagini di antiche strutture religiose come l’eremo di San Benedetto, che si trova a Vicovaro, paese del Lazio dove forse è nato il motto “ora et labora”, le abazie di Cluny, di Digione, entrambe della francese Borgogna, e via di seguito fino alla cattedrale di S.Giacomo di Santiago di Compostela, soffermandosi sui contenuti e significati dei capitelli, dei portici.
Nel nostro paese, facente parte del Romanico Europeo, le affermazioni principali furono quelle dell’attuale basilica di Sant’Ambrogio di Milano (nella foto) e il Duomo di Modena.
Un’ora di simpatico ascolto che il prof. Delpriori amplierà nei successivi incontri che ci saranno con lui.
In occasione dell’incontro, nel foyer del Cecchetti è stata allestita una mostra della pittrice Tiziana Mandolesi, visitabile fino al 6 febbraio, in orario di apertura del cine-teatro.
“Il mio lavoro – ha iniziato nella presentazione della sua figura artistica – è incentrato sulla creazione di sculture originali, uniche e astratte. Una combinazione di linee, curve forme e spazi, con un’atmosfera atavica”. La Mandolesi ha esposto le sue opere in tante città, più che altro a Londra dove ha il suo studio. Un’occasione da non perdere. (v.d.s.).