“La proposta di riconvertire la linea ferroviaria Civitanova – Albacina in metropolitana di superficie – scrive Legambiente – mette in campo, per la prima volta da molti anni a questa parte, una utile progettualità pubblica attorno alla quale incominciare a declinare un diverso approccio alle politiche dello sviluppo ecocompatibile del territorio ed, in particolare, della mobilità sostenibile.
Nel momento in cui a Copenaghen i “grandi della terra” faticano a trovare un accordo vincolante sui modi e sui tempi per ridurre la concentrazione di CO2 in atmosfera che rappresenta un grave fattore causale dei mutamenti climatici, tutti noi dobbiamo fare la nostra parte.
Nella nostra Provincia si conta una media di immatricolazioni di autovetture tra le più alte d’Italia: circolano, infatti, 60 autovetture ogni 100 abitanti.
Vi sono vie di alcuni centri abitati, come Macerata e Civitanova Marche, ma non solo, nei quali i limiti di concentrazione della polveri sottili (PM 10) vengono superati più volte nell’arco della settimana ed, in alcuni periodi, anche giornalmente con gravi ripercussioni per la salute pubblica.
Il traffico autoveicolare privato ha raggiunto in alcune aree del nostro territorio livelli di insostenibilità.
Ecco perchè occorre abbandonare progetti economicamente ed ecologicamente insostenibili di nuova viabilità, come la Super Strada della Val Potenza, e concentrarsi su un nuovo modello di mobilità che prediliga il trasporto collettivo, quello su ferro in particolare, facilitandone le interconnessioni con l’auto e con i percorsi ciclabili e pedonali. Attorno ad una modalità sostenibile di concepire la nostra mobilità su può davvero iniziare a progettare un diverso approccio delle politiche pubbliche, un approccio tale da fare del nostro territorio la principale risorsa da difendere e da valorizzare.
Ecco perchè la proprosta di far rivivere la “nostra” ferrovia, oggi – dopo oltre un secolo dalla sua nascita – ancora priva addirittura di elettrificazione, come “treno di superficie”, a partire dall’area costiera per poi estendersi via via sino a Macerata, Tolentino, San Severino e Camerino, rappresenta un grande progetto pubblico infrastrutturale attorno al quale mobilitare tutte le energie della nostra provincia”.
Tra le prime adesioni, Marta Massetani (architetto urbanista), Sandro Polci (architetto, esperto marketing territoriale), Susanna Iraci (esperta sistemi mobilità), Dr. Gianluca Frinchillucci (etnologo), Associazione PERIGEO Onlus, Dr. Stefano Quarchioni (Commercialista Revisore dei conti), Paolo Ruggeri (Ass. al Territo Comune di Tolentino), Sonia Pettinari (Facoltà Architettura di AP), Fabrizio Fratini, Rodolfo Mogetta del Comitato di difesa della Valle del Potenza, Dr.ssa Alessandra Pigliapoco, Comitato Contrada Valle-Piediripa, Francesco Moretti, Dr. Stefano Giustozzi, Pacifico Aringolo, Gianni Conte (consigliere comunale del Comitato di difesa della Val d’Aso), Arch. Antonella Nonnis (paesaggista), Milko Morichetti (restauratore), Arch. Riccardo Picciafuoco (Architetto, urbanista); Massimo Zanconi (fotografo e viaggiatore), Domenico Mucci (ragioniere commercialista), Arch. Fabrizio Agostinelli, Maurizio Verdenelli (giornalista)