Sono 161 le aziende calzaturiere marchigiane che, fino a mercoledì, parteciperanno a Fiera Milano al Micam. Rappresentano circa il 13,4% del totale dei 1.200 espositori e quasi un terzo delle 577 presenze italiane.
Delle province di Fermo e Ascoli Piceno saranno presenti 106 imprese, 50 del maceratese e cinque da Ancona e Pesaro Urbino.
Secondo Assocalzaturifici, nel 2019 il distretto marchigiano ha perso 122 imprese e 1.251 addetti ed è primo in Italia per numero di ore di cassa integrazione autorizzate: 2,7 milioni, un terzo del totale nazionale(+48%). Un bilancio più pesante rispetto agli altri distretti produttivi italiani, che pure hanno chiuso l’anno con perdite di imprese e posti di lavoro.
“Non c’è nulla al mondo più del Micam che possa presentare a una platea internazionale le nostre calzature – ha detto Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche -, vorrei però che fosse l’occasione per dare concretezza definitiva al dossier ‘Made in Italy’, considerata la presenza di qualificati esponenti del governo”.
Sabatini ha sottolineato come “siamo abituati a ritenere che la difesa delle calzature italiane debba essere fatta solo fuori dai confini nazionali. Credo che dovremmo partire da casa nostra, da misure strutturali che siano in grado di sostenere le imprese del settore. Che senso ha parlare di belle scarpe prodotte in Italia se da dieci anni a questa parte le aziende chiudono e perdiamo manodopera che il mondo ci invidia?”.
Per Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico, “è molto grave l’inversione di tendenza nella disponibilità di risorse per le attività a sostegno del Made in Italy. Nella finanziaria del 2019 erano previsti 120 milioni, in quella 2020 sono diventati 45 e nel bilancio 2021 caleranno a 40 milioni. Le criticità sono evidenti, ma c’è anche la volontà degli imprenditori di superare le ansie generate da un mercato interno ancora debole e da quello estero sul quale pesano le insicurezze, in particolare legate a fattori geopolitici e al protezionismo diffuso. Il tema Cina va affrontato con lucidità e visione, per trasformare la crisi in opportunità”.
Le necessità del settore, secondo Matteo Piervincenzi, presidente dei calzaturieri di Macerata, sono “incentivare la crescita dimensionale delle aziende tramite processi di aggregazione, maggiore attenzione alle esigenze delle nuove realtà produttive che lavorano per i marchi internazionali, promozione strutturata del prezioso patrimonio di competenze e delle peculiarità del distretto e del territorio attraverso la ShoesValley, lo sviluppo di opportunità legate alla dichiarazione di area di crisi industriale complessa, la creazione di una piattaforma e-commerce territoriale e, soprattutto, la formazione per aiutare le imprese a gestire il cambiamento e per proteggere e valorizzare il nostro Made in Italy”. Per il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, “il Micam si conferma essere un appuntamento fieristico di grande importanza, una vetrina di notevole rilievo per il nostro distretto a livello internazionale”