MILIONI CHE VANNO E VENGONO, POVERA SANITA’

Di Franco Pesaresi

Nel 2022, la Regione Marche ha deciso di realizzare una Casa della Comunità (CdC) a Civitanova Marche con le risorse del PNRR in un edificio da costruire in via Abruzzo in un’area di proprietà comunale.

Sorprendentemente, il programma degli investimenti approvato dalla Regione Marche prevede che insieme alla Casa della Comunità si realizzi a Civitanova Marche anche una Residenza protetta (RP) per anziani non autosufficienti di 20 posti letto.

Come è noto, il PNRR non prevede investimenti in strutture residenziali per anziani per cui la Residenza protetta per anziani pur essendo progettata insieme alla Casa della Comunità viene finanziata con le risorse della Regione e non del PNRR.

Anche il Decreto ministeriale Salute n. 77/2022 che disciplina i contenuti delle Case della Comunità su questo è molto chiaro. Non sono previste strutture residenziali all’interno delle Case della Comunità per cui le stesse possono essere anche contigue ma sono a tutti gli effetti strutture separate.

Questo la Regione lo sa e pur progettando e realizzando insieme le due strutture prevede per le stesse due finanziamenti diversi: uno del PNRR (CdC) ed uno della Regione (Residenza protetta per anziani).

Il costo e il finanziamento delle due strutture

Il costo complessivo previsto dalla Regione per le due strutture è di 3.800.000 euro di cui 1.050.000 euro per la Casa della Comunità finanziati dal PNRR e 2.750.000 per la Residenza protetta per anziani di 20 posti letto. Il nuovo immobile disporrà complessivamente di 1.350 mq. di spazio.

Passa poco più di un anno dalla decisione e nell’ottobre del 2023 la Regione si accorge che le risorse che ha stanziato per la Residenza Protetta sono insufficienti e così decide di approvare un ulteriore finanziamento con proprie risorse di 3.312.534. Adesso la Residenza protetta (RP) per anziani costa più del doppio di quanto era stato preventivato. Adesso il costo complessivo di 20 posti letto di Residenza protetta è pari a 6.062.534 euro.

Le risorse per la Casa della Comunità rimangono invece sempre le stesse pari a 1.050.000 euro per cui il finanziamento complessivo è di 7.112.534.

A questo punto l’azienda sanitaria di Macerata si mette subito al lavoro e giusto un mese dopo approva il progetto di fattibilità tecnico economica e decide di realizzare i lavori in due lotti. Ed ecco un altro colpo di scena. Ad un mese di distanza dalla decisione della Giunta Regionale di aumentare potentemente il finanziamento, il costo delle due strutture cresce ancora. Infatti, per il primo lotto viene prevista una spesa di 4.261.196 euro mentre per il secondo lotto la spesa prevista è di 4.279.109 euro: totale 8.540.305. Quasi un milione e mezzo in più (+1.427.771) di quanto stabilito un mese prima dalla Regione.

Eravamo partiti da 3,8 milioni nel 2022 e dopo un anno siamo arrivati ad una spesa di 8,5 milioni di euro (+124%).

Nel nuovo progetto cresce anche la spesa per la Casa della Comunità che passa da 1.050.000 a 1.511.196 e si prevede che il finanziamento mancante pari a 461.196 euro venga fornito dal “Fondo opere indifferibili” del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF). La residenza protetta per anziani invece adesso sale ancora a 7.029.109 euro (2.750.000 nel primo lotto e 4.279.109 nel 2° lotto). Da rilevare che la Residenza protetta per anziani adesso costa due volte e mezzo il costo inizialmente previsto.

A questo punto, i soldi non bastano più perché la regione ha stanziato 7.112.534 mentre un mese dopo l’Azienda sanitaria ha approvato un progetto per 8.540.305. Manca quasi un milione e mezzo di euro. Così l’Azienda sanitaria di Macerata decide di dividere le opere da realizzare in due lotti. Verrà appaltato solo il primo lotto di 4.261.196 euro mentre il 2° lotto viene rinviato e verrà appaltato solo quando saranno reperiti i finanziamenti mancanti.

Arriviamo così alla gara d’appalto che si conclude nel mese di luglio 2024 con l’aggiudicazione ad una impresa che offre un ribasso del 4,13% ma nell’atto di aggiudicazione emerge un altro colpo di scena. Il finanziamento aggiuntivo di 461.196 euro del MEF su cui contava l’Azienda sanitaria non c’è più per cui si opera immediatamente un taglio sostanzialmente di pari misura sui lavori previsti per la Casa della Comunità (-30%). Così si torna ad un primo lotto di 3.800.000 euro di cui 1.050.000 per la Casa della comunità e 2.750.000 per la Residenza protetta per anziani.

Il secondo lotto di 4.279.109 euro viene rinviato a quando si troveranno le risorse mancanti.

Tutta questa vicenda fatta di numeri e di colpi di scena solleva almeno tre interrogativi.

1.Ma quanto costa costruire una Residenza protetta per anziani?

La realizzazione della nuova Residenza protetta per anziani adesso costa 7.029.109 euro e cioè un costo medio di 351.000 euro per posto letto. Un costo abnorme tenuto conto che il costo medio di costruzione di un posto letto ospedaliero comprese le tecnologie è appena un poco più basso. Per fare un altro esempio, gli ospedali di comunità di nuova costruzione nelle Marche che sono finanziati dal PNRR hanno costi medi di realizzazione che vanno da 100.000 euro a posto letto (San Benedetto del Tronto) a 157.000 euro a posto letto (Cagli), come risulta dagli atti regionali.

Giunge naturale allora chiedersi come mai una Residenza protetta (RP) per anziani a Civitanova Marche costa 351.000 euro a posto letto?

2.Era necessario investire 7 milioni di euro nella costruzione di una Residenza protetta?

La domanda da porsi è: come mai la Regione Marche con tutti i problemi di carenza di fondi per investimenti che ci sono nelle strutture sanitarie delle Marche decide di utilizzare 7 milioni di euro per una struttura che non è sanitaria?

Occorre rammentare che le Residenze protette per anziani non sono strutture tipiche del settore sanitario. Le Residenze protette per anziani non autosufficienti sono strutture sociosanitarie di proprietà di enti pubblici (comuni, Aziende pubbliche servizi alla persona, ecc.) e privati (cooperative, Fondazioni, associazioni, enti religiosi, ecc.). Ce ne sono 204 nella Regione Marche ed hanno almeno un migliaio di posti letto che attendono ancora di essere convenzionati per cui non è difficile reperire dei posti letto già esistenti e metterli a disposizione del Servizio sanitario attraverso il convenzionamento. Nel distretto sanitario di Civitanova Marche, per esempio, esistono e sono funzionanti 8 Residenze protette che sarebbero contentissime di convenzionare i loro posti letto con il servizio sanitario. 17 posti letto attualmente non convenzionati sono pronti subito ma gli altri 3 posti letto di Residenza protetta sono facilmente reperibili da queste strutture; basterebbe, per esempio, accettare la domanda di trasformazione di 3 posti letto di casa di riposo (per autosufficienti) in Residenza protetta per anziani non autosufficienti. Si avrebbero così i 20 posti letto di Residenza protetta in più nel distretto di Civitanova Marche senza spendere un centesimo per la loro realizzazione.

Occorre sottolineare che le regioni italiane, comprese le Marche, non hanno mai fatto investimenti diretti con propri fondi nella realizzazione di Residenze protette preferendo utilizzare le scarse risorse per gli investimenti per servizi a più alto contenuto sanitario e che il territorio non rende così facilmente disponibili come le Residenze protette per anziani. Infatti, su 204 residenze protette per anziani esistenti nella regione, le aziende sanitarie delle Marche sono proprietarie di sole 5 strutture che non derivano però da investimenti ad hoc ma dalla riconversione di ex piccoli ospedali (ex ospedale Luciani AP, Macerata Feltria, S. Angelo in Vado, Acquasanta Terme, Offida). Peraltro, dato curioso, dai dati del data base regionale risulta che nessuna di queste strutture, pur funzionanti, risulti essere regolarmente autorizzata.

E allora, perché la Regione Marche decide di investire oltre 7 milioni di euro per una tipologia di struttura che è liberamente disponibile nel mercato senza costi di costruzione dato che ci sono molte strutture pubbliche e private che possono convenzionarsi per fornire i 20 posti letto di residenza protetta per anziani non autosufficienti?

Come mai la Regione Marche ha deciso di finanziare con proprie risorse la costruzione di una struttura sociosanitaria che nessuna regione fa in presenza di grandi necessità di messa a norma, di ristrutturazione e di costruzione di ospedali ed altre strutture sanitarie strategiche? Possibile che sia questa la priorità?

3.La spesa aumenta ma si taglia la spesa per la Casa della Comunità. Sarà completa?

Occorre evidenziare innanzitutto che con la determina di aggiudicazione dell’appalto del dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’AST di Macerata si sono tagliati improvvisamente dal progetto della Casa della Comunità 461.196 euro con una riduzione del 30% del finanziamento. Atto inspiegabile di fronte alle tante risorse regionali stanziate per la Residenza protetta. Forse sarebbe stato meglio fare il contrario e cioè lasciare intatto il finanziamento per la Casa della comunità e ridurre il finanziamento per la Residenza protetta che peraltro verrà realizzata chissà quando. Cosa comporterà questa riduzione imprevista? Sarà completa la Casa della Comunità di Civitanova?

Bisogna innanzitutto rammentare che il progetto della Casa della Comunità più la Residenza protetta prevede la costruzione di un edificio di 1.350 mq.. La Residenza protetta per anziani, in base alle norme regionali, richiede almeno 800 mq. di spazio (almeno 40 mq. per posto letto) per cui per la Casa della Comunità rimarrebbero solo i rimanenti.

Vediamo che cosa è previsto nel progetto.

Il piano terra è caratterizzato da una bussola di ingresso, un locale di accoglienza e informazioni, due servizi igienici con antibagno, un disimpegno che dà accesso sia alla Residenza protetta che alla scala e all’ascensore che portano al primo piano degli ambulatori. Tutto qui perché il resto degli spazi del piano terra che sono destinati alla Residenza Protetta per anziani rimane a grezzo ed inutilizzabile.

Al primo piano sono previsti: una sala di attesa con affaccio sulla terrazza esterna, una zona accettazione, amministrazione, archivio, due servizi igienici per il pubblico con antibagno, due sale per l’esecuzione delle prestazioni sanitarie, sette sale per l’esecuzione delle prestazioni sanitarie, locali di servizio e due spogliatoi per il personale con servizi igienici e docce. Il primo piano è di 395 mq e si sa solo che ospiterà ambulatori specialistici, medici di medicina generale e guardia medica. Una decina di locali rispetto ai 24 che l’Agenzia sanitaria nazionale (Agenas) indica come minimi per una Casa della Comunità.

Ora, secondo le Linee guida dell’Agenzia Sanitaria Nazionale (Agenas) le dimensioni minime di una Casa della Comunità dovrebbe essere di 800/900 mq. per cui si profilerebbe la realizzazione di una struttura di dimensioni insufficienti. La scheda progettuale però ci dice che una parte della Casa della Comunità, ed in particolare l’area degli ambulatori specialistici, rimarrà collocata nel vicino poliambulatorio che, seppur edificio separato, si può considerare come parte della Casa della Comunità. Per cui rimane il problema di una Casa della comunità collocata in due edifici separati (divisi da un parcheggio) che rischiano di depotenziare la caratteristica principale della Casa della Comunità che è quella di concentrare tutti i servizi in un unico edificio per utilizzare al meglio il personale e fornire servizi completi ai cittadini. Per una struttura che si va a realizzare ex novo, non è il massimo anche se non è da disprezzare l’idea di integrarsi con edifici preesistenti (se non troppo lontani). Rimane però il dubbio, almeno per ora, che non tutto quanto previsto dalla legge per le Case della Comunità, pur nelle due sedi, trovi il suo giusto spazio (compresa la salute mentale, le dipendenze patologiche, il CUP, la medicina dello sport…).

Queste sono le tre domande e le argomentazioni che le giustificano. Tre domande che meritano risposte.

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