Notificato oggi al Tar il ricorso per l’annullamento del decreto di revoca dell’assessore Gironacci e per il risarcimento dei danni da quantificare per le mensilità spettanti dall’assessore fino al termine del mandato. A questo si aggiunge la richiesta di un quantum per il danno d’immagine che la Gironacci sostiene di aver subito da una continua “persecuzione”. La storia è nota. Non appena Ciarapica ha appreso dall’adesione della Gironacci alla Lega tramite i giornali (cosa poi risultata non veritiera), il sindaco le ha immediatamente ritirato la delega con un decreto fallace, poiché non motivava adeguatamente le ragioni alla base della decisione, tanto che il Tar ne aveva sospeso l’efficacia chiedendo un nuovo decreto a integrazione del primo. Anche questo è stato impugnato, e il Tar ha dato ragione alla Gironacci perché le motivazioni non sono risultate riconducibili a una revoca di assessore. La Gironacci è tornata a svolgere pienamente le funzioni di assessore, ma Ciarapica non ha più convocato la giunta comunale e ha fatto passare settimane senza ricevere la Gironacci. Anzi, le ha fissato un appuntamento per il 4 aprile, quando poi il 3 aprile le ha notificato il nuovo decreto di revoca. Ora il ricorso si fonda sul fatto che la revoca non è collegata a comportamenti contrari al programma o al sindaco, che anzi aveva elogiato il comportamento della Gironacci definendolo “irreprensibile” ma si basa su lettere firmate da alcuni consiglieri di Civitanova Unica (Fontana, cognata del sindaco e Campitelli) che contestano comportamenti della Gironacci così come hanno fatto i consiglieri di Forza Italia (partito del Sindaco) e di Vince Civitanova (con consiglieri transfughi dalla lista Civitanova Unica) che hanno firmato documenti tesi a screditare l’operato della Gironacci. Con il ricorso è stata presentata anche un’istanza cautelare per la sospensiva che sarà discussa dal Tar alla prima data utile. La Gironacci è difesa dall’avvocato Pietro Siciliano, che ha ottenuto successi in altri ricorsi che hanno contribuito a sentenze che stabiliscono chiaramente che un sindaco non è un podestà e che, se prende provvedimenti amministrativi, deve motivarli giuridicamente, senza simpatie, vendette o calcoli politici, ma basandosi su motivazioni pertinenti e giuridicamente sostenibili. Nel frattempo, il sindaco mantiene la delega al Turismo, che comporta finanziamenti aggiuntivi (circa un milione di euro) rispetto ai circa due milioni già disponibili per la cultura, ma che vengono utilizzati anche per provvedimenti spesso inefficaci e clientelari.