PACIFISTI IN STRADA DA 19 SABATI: BOICOTTATE MC DONALD’S PER PRODOTTI ISRAELIANI

Da 19 sabati consecutivi, alcuni attivisti per i quali McDonald’s, attraverso le sue pratiche commerciali, sostiene le politiche israeliane nei Territori Palestinesi, si riuniscono davanti al McDonald’s di una strada trafficata, nei pressi del distributore Vulcano Gas a Civitanova. Dalle 10 alle 13, i manifestanti sostano a destra e a sinistra della carreggiata, che si trasforma in un serpentone di auto nel fine settimana, chiedendo ai cittadini di boicottare la nota catena di fast food per l’uso di prodotti israeliani.

“Non possiamo restare indifferenti”
Il loro messaggio è chiaro: opporsi al genocidio e al massacro quotidiano di persone innocenti in Palestina, vittime di una violenza sistematica che include donne e bambini. “Questo massacro passa nell’indifferenza dell’Occidente, ma noi non vogliamo voltare lo sguardo,” affermano i manifestanti. La loro protesta, silenziosa ma determinata, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo delle aziende che utilizzano prodotti provenienti da Israele.

Un gesto simbolico di sensibilizzazione
Con cartelli e una presenza costante, i tre pacifisti vogliono richiamare l’attenzione su quello che definiscono un genocidio ignorato dai governi occidentali. Boicottare McDonald’s diventa, per loro, un atto simbolico per opporsi alla complicità economica e politica con un sistema che ritengono colpevole di violazioni sistematiche dei diritti umani.

Una protesta silenziosa ma eloquente
Nonostante il numero ristretto di partecipanti, la manifestazione ha attirato l’attenzione di molti passanti. Il traffico intenso del sabato contribuisce a dare visibilità alla loro causa, che cerca di smuovere coscienze e rompere l’indifferenza generale. “Non è solo una questione politica,” dicono, “è una questione umanitaria, e tutti possiamo fare la nostra parte, anche con piccoli gesti.”

La protesta continua, settimana dopo settimana, con la speranza che sempre più persone scelgano di unirsi alla loro causa o di riflettere sull’importanza di boicottare prodotti e aziende che, a loro avviso, alimentano la violenza in Palestina.

 

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