“Continuare a pensare che la Direzione regionale del Pd possa modificare le liste votate dalla Direzione nazionale non ha alcun senso e rischia soltanto di alimentare sospetti e polemiche, deleterie per l’immagine del partito”. Così il responsabile regionale dell’organizzazione Daniele Salvi, a proposito delle proteste del Pd di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo sulla composizione delle liste dei candidati a Camera e Senato. Le liste, dice Salvi, sono state approvate all’unanimità, senza distinguo in sede regionale, e ora, come sostiene anche uno dei più scontenti, l’ex vice presidente della Regione Paolo Petrini, scivolato indietro di un posto nella lista della Camera, è ora di mettersi a lavorare per la campagna elettorale “se vogliamo essere tutti all’altezza del compito di governare l’Italia e dare risposte a chi vive problemi ben più drammatici”. “Non credo – rimarca – che il Pd abbia deciso di chiudere con largo anticipo le liste per dedicarsi alle polemiche. Il sempre difficile lavoro di composizione della proposta di lista che la Direzione nazionale ha approvato all’unanimità, con il voto quindi anche dei rappresentanti marchigiani, è stato svolto dal partito regionale in modo trasparente e collegiale. E’ stato condiviso nell’esecutivo regionale, di cui fanno parte tutti i segretari provinciali e in cui era assente soltanto quello di Macerata. E’ stato approvato nella Direzione regionale del 4 gennaio senza voti contrari ed è stato inoltrato a Roma nella versione fornita alla stampa per la decisione conclusiva”. La Direzione nazionale, cui compete per Statuto l’approvazione definitiva delle liste, ha integrato e modificato la proposta in autonomia, e l’ha deliberata insieme a quelle delle altre regioni italiane”. Salvi sottolinea anche che “all’Unione regionale del Pd non sono pervenute comunicazioni da parte degli organi nazionali di garanzia rispetto all’accoglimento dei diversi ricorsi presentati, non potendosi a rigore intendere come formale accoglimento di un ricorso la nota pervenuta due giorni dopo la votazione delle liste da parte della Direzione nazionale, con la quale il Comitato nazionale dei Garanti precisa che non è tenuto a dare ‘interpretazione unitaria ed univoca’ rispetto a quanto richiesto dalla Commissione regionale”.