Nuova paternità sempre più vicina per il critico d’arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, dopo che la Corte di Appello di Ancona ha respinto il ricorso presentato dai sui legali contro una sentenza del Tribunale dei Minori delle Marche che lo riconosceva come padre di una tredicenne. La ragazzina è figlia di una cantante lirica di origine albanese e sino a qualche anno fa portava il cognome del marito di lei, un commerciante siciliano, morto nel frattempo. Sgarbi e la donna si sono conosciuti in occasione di un concerto alla Camera e hanno intrecciato una relazione nel periodo in cui il critico d’arte era sindaco di San Severino Marche e
lei era già sposata. Dopo la morte del marito la donna ha avviato un’azione di disconoscimento di paternità, prima di cominciare quella nei confronti di Sgarbi. Per lui si tratta del terzo riconoscimento di paternità, dopo quello di Carlo al termine di una lunga battaglia legale con la madre Patrizia Brenner e quello spontaneo con atto notarile di una figlia. Un altro procedimento a Caltanissetta non ha avuto seguito. A differenza degli altri casi, però, fa notare il legale di Sgarbi, l’avv. Giampaolo Cicconi, “qui un padre c’era già”. E per altro lo stesso critico d’arte ha fatto capire che in giro per l’Italia potrebbero esserci altri figli non riconosciuti, anche a San Severino Marche. Su questo aspetto l’avv. Cicconi si appella al segreto professionale, limitandosi ad annunciare battaglia in Cassazione. Tra i punti del ricorso, la mancata audizione della tredicenne da parte della Corte d’Appello – “doveva dire che per lei era suo padre” spiega l’avvocato -, il rifiuto di effettuare il test del Dna sul marito della donna prima di chiederlo a Sgarbi e la mancata partecipazione del critico d’arte al procedimento per il disconoscimento di paternità.