Il Premio Makwan 2012 per i diritti umani è stato assegnato a Cittadinanza Attiva, baluardo a difesa dei rom di Civitanova Marche. Gli attivisti del Gruppo EveryOne e gli operatori umanitari scelti per votare i difensori dei diritti umani che in tutto il mondo si sono distinti per le loro azioni a difesa dei perseguitati, hanno assegnato il riconoscimento all’associazione umanitaria marchigiana. Il Premio Makwan per i Diritti Umani è dedicato alla memoria del ventunenne gay Makwan Moloudzadeh, impiccato in Iran il 5 dicembre 2007 ed è assegnato ogni anno, in base alla decisone di una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli. Quest’anno avevano ricevuto la “nomination”, oltre a Cittadinanza Attiva, Grattan Puxon (attivista per i diritti dei Rom, Regno Unito), Frank Mugisha (difensore dei diritti LGBT, Uganda), Laura Louise Stirner (attivista per i diritti dei Rom, Napoli, Italia), Jeetan e Aparna Marandi (attivisti per i diritti dei Dalit, India).
L’impegno di quattro cittadini civitanovesi, capaci di dialogare con le istituzioni e la cittadinanza in un clima non scevro da intolleranza, è stato capace di aprire insperate possibilità di accoglienza e integrazione nei confronti di una piccola comunità Rom romena (21 persone). L’azione umanitaria promossa da Cittadinanza Attiva, con cui il Gruppo EveryOne collabora, in vista di un obiettivo tanto giusto quanto difficile è tuttora in corso e il sindaco di Civitanova Marche, Tommaso Corvatta, ha già manifestato l’intenzione di offrire una risposta positiva alle istanze dei suoi concittadini attivisti, avviando una prima azione di inclusione sociale, rivolta a una famiglia rom in gravi condizioni di emarginazione e con una situazione sanitaria preoccupante.
Cittadinanza Attiva è un comitato cittadino presieduto dai quattro civitanovesi Laura Marzola, Vincenzo Cozzolino, Lucia Marzola e Federico De Marco.
“Le nostre azioni,” spiegano i quattro, “propongono un dialogo e un avvicinamento progressivo e produttivo tra istituzioni e cittadini. Negli ultimi mesi abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul rapporto con la comunità rom presente in città. Questa comunità è stata oggetto di polemiche ed accesi dibattiti, alimentati, il più delle volte, da un sentimento di pregiudizio e da una cultura della paura che rischiano di rendere difficile la civile convivenza. I problemi connessi alla convivenza con la comunità rom sono stati spesso cavalcati strumentalmente dalla politica, la quale generalmente tende a costruire i propri consensi elettorali sui sentimenti della paura e dell’insicurezza, che, secondo noi, possono essere combattuti con gli strumenti della conoscenza e della cooperazione sociale”. Il progetto presentato da Cittadinanza Attiva al comune di Civitanova è finalizzato a garantire l’integrazione dei rom mediante percorsi di inserimento nel tessuto socio-economico della città e mediante iniziative culturali volte alla conoscenza del retroterra storico e culturale di questo popolo, che deve poter essere immesso nella sfera del riconoscimento pubblico senza essere privato della propria identità e delle proprie tradizioni. Durante un convegno organizzato a Civitanova, Cittadinanza Attiva ha presentato insieme al Gruppo EveryOne, a seguito di un’indagine sul campo, la situazione in cui versa la comunità rom di Civitanova e tutte le problematiche ignorate dalla politica; problematiche che, col passare del tempo, hanno precluso loro l’accesso ai diritti fondamentali.
In attesa di vedere compiuto il primo atto di accoglienza di una famiglia rom romena, promesso dal sindaco di Civitanova Marche e già avviato, Cittadinanza Attiva si impegna a stimolare la giunta comunale civitanovese a partecipare ad un bando regionale previsto per i primi di gennaio, bando che consentirebbe di reperire – mediante la presentazione di un progetto – fondi europei relativi alla messa in atto di politiche inclusive. Inoltre gli attivisti civitanovesi sono impegnati quotidianamente –i n attesa di risposte concrete da parte delle istituzioni – a fornire assistenza alla comunità rom mediante sostegno sul campo.