“ A Civitanova Marche esiste un Piano Regolatore Generale approvato nel 2007, le varie amministrazioni succedutesi nel tempo hanno messo mano a diverse varianti, alcune necessarie altre assolutamente non necessarie, nè rispondenti al benchè minimo interesse pubblico.” A sottolinearlo sono tre ex componenti del Comitato di quartiere di Santa Maria Apparente (Quintabà, Grassetti, Gennari) che in una nota stampa scrivono: “il lotto interessato da quest’ultima variante di via del Torrione era già stata oggetto di una variante ai tempi dell’amministrazione Corvatta. L’area della “Variante Juantorena” è legata al già avvenuto trasferimento di volumetrie edilizie residenziali previste dal piano regolatore, dal lotto in questione di via del Torrione a via Guicciardini, dopo che la provincia in sede di approvazione della variante generale del Prg del 2007 aveva negato le richieste avanzate delle aree in oggetto. Nel 2016 la giunta “Corvatta” approvava il trasferimento di volumetria, sentito anche l’allora comitato di quartiere di Santa Maria Apparente, il quale dava un parere consultivo positivo al trasferimento di volumetria in via Guicciardini, nell’ottica di creare un’area di rispetto nelle vicinanze del Santuario. L’area di via del Torrione si trova nelle immediate vicinanze della chiesa santuario di Santa Maria Apparente edificata nel 1425, co-patrona di Civitanova Marche, insensatamente non inserita dal PRG nell’elenco dei siti vincolati con distanza di 150 metri di zona di rispetto. Adesso con questa variante – scrivono – si propone di realizzare i 2506 mq di attività sportive con campi da padel per di più coperti, ottenendo il risultato di un consumo di suolo molto maggiore rispetto al previsto. Si parla di volumi totali 17.000 metri cubi ed un’ altezza 13 metri dell’edificio principale che supera ampiamente l’altezza degli edifici previsti nella vicina zona industriale che tanto fece discutere a suo tempo e che comportò la perdita di alcune attività industriali che si trasferirono nei paesi vicini. In aggiunta la variante in oggetto considera i volumi di copertura dei campi da padel come volumetrie produttive e i volumi relativi al bar e ristorante come commerciali. Si viene quindi a creare una “enclave” di destinazione commerciale e produttiva in zona più ampia di circa sette ettari, prevista nel piano regolatore ad edilizia economica popolare residenziale, mentre questo lotto in particolare aveva inizialmente destinazione residenziale, poi le volumetrie sono state trasferite e cambiate di destinazione con una procedura alquanto singolare, che ha riguardato amministrazioni di colore diverso ma sempre con evidenti incongruenze a danno del bene comune”. Gli ex componenti del comitato di quartiere ritengono che in tutta la zona intorno al santuario debba essere istituito un limite di salvaguardia e vincolo di 150 metri, colpevolmente omesso nella stesura del piano regolatore generale. Inoltre si auspica una trasformazione urbanistica non puntuale ma che interessi tutta la zona di fronte al santuario che in passato comprendeva anche il lotto oggetto della variante dei campi di padel (zona che attualmente è destinata ad edilizia economica e popolare), prevedendo la creazione di un parco di fronte alla santuario, con un cambiamento della destinazione da edilizia economica ad attività di interesse sociale compatibile con le caratteristiche del luogo, con una procedura trasparente e partecipata da tutti i cittadini. “Con spirito costruttivo – concludono – facciamo presente all’amministrazione che esiste la possibilità di poter prevedere un progetto con prospettiva di un finanziamento sicuro rivolto più all’aspetto sociale che a quello privatistico.”