Potrebbero essere banditi dell’Est Europa, anche se parlavano bene l’italiano, i tre rapinatori che domenica sera poco prima delle 23 hanno aggredito e rapinato nel loro casolare di Jesi due ristoratori, Rossano Ciattaglia e la moglie Roberta, titolari di due locali a Jesi e Numana. Il bottino della rapina, preparata con cura da persone esperte, ammonta a 20 mila euro fra denaro in contante e assegni. In gran parte frutto dell’incasso del ristorante ‘Tabano’ di Jesi. I malviventi, che erano incappucciati e indossavano dei guanti, hanno agito armati di una pistola, un coltello e un piede di porco, con il quale hanno colpito Ciattaglia alla testa, procurandogli lesioni guaribili in 15 giorni. Il ristoratore ha raccontato di aver tentato una reazione nel timore che anche la moglie, rientrata in casa pochi minuti dopo di lui, potesse essere malmenata. I due coniugi sono stati strattonati, immobilizzati e legati ai polsi con del nastro adesivo: sono riusciti a liberarsi poco dopo la fuga dei banditi, scappati a bordo della Fiat Bravo della signora Ciattaglia, e hanno dato l’allarme ai carabinieri. Entrambi sono stati medicati in ospedale (Roberta Ciattaglia se la caverà con una settimana di prognosi). Assente per fortuna in quel momento il figlio della coppia, un bimbo di tre anni che era ancora al mare con i nonni. “Sparagli alle gambe” la frase pronunciata da un bandito rivolto ad un compagno, quando il ristoratore ha cercato di opporre resistenza. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Jesi e Morro d’Alba e quelli del Reparto investigativo di Ancona.