Tina Turner, Sinead O’Connor, Patti Smith. E poi Patti Pravo, Caterina Caselli, Mina, Loredana Bertè, Gianna Nannini, fino a Madame e Irene Grandi. Le vite delle donne della musica si intrecciano con la rivoluzione culturale operata a colpi di outift, musica, parole e gestualità.
Rocksophia non poteva scegliere debutto migliore per iniziare il festival: un Varco sul mare stracolmo ha regalato la giusta atmosfera alla kermesse che ha mostrato il tributo di diverse generazioni di interpreti alla rivoluzione culturale e sessuale del Paese. Grazie alle voci, anch’esse in rosa, di Lucrezia Ercoli, direttrice artistica, della giornalista Claudia Bonadonna e della filosofa Ilaria Gaspari, il philoshow ha saputo offrire una chiave di lettura sulle conquiste femministe giunte a noi non attraverso leggi e manifestazioni di piazza, ma con la potenza di un’immagine come quella di Loredana Berté che canta in abito da sposa rinnegando un futuro scritto da “angelo del focolare” o di Patti Pravo che sceglie già nel nome d’arte il riferimento alle “anime prave” indicando la via della perversione come marchio di identità. E ancora Caterina Caselli che col suo caschetto biondo firma il manifesto del “Nessuno mi può giudicare”. A fare il resto ci ha pensato la band Factory con le esecuzioni dal vivo dei brani e i video montaggi di Riccardo Minnucci.
Una prima giornata tutta in rosa, dunque, aperta con un flash mob danzato sulle note di Tina Turner dalle allieve della scuola di danza Effort e proseguita con gli interventi di Alessandro Alfieri, esperto di musica e filosofia e Noemi Serracini, scrittrice e voce radiofonica. Alfieri nel produrre un “ritratto narrato” di Tina Turner ha posto il tema che è stato poi il filo conduttore di tutta la giornata, ovvero il rapporto fra opera e dimensione privata dell’artista, contestualizzando le canzoni di Tina Turner e incrociandole col suo vissuto. Allo stesso modo Noemi Serracini ha offerto, partendo da canzoni come “Dancing barefoot” e “People have the power” uno spaccato della dimensione spirituale della “sacerdotessa del rock”.