Sanità, scuola e lavoro sono stati i tre temi discussi in questo fine settimana nelle tappe della feste itinerante del Pd provinciale di Macerata.
A Cingoli di fronte ad una platea molto numerosa, Maurizio Blasi ha dialogato con Irene Manzi, Romano Carancini e Rita Soccio. A casa dell’assessore Saltamartini, il Pd ha ribadito, elencandoli uno ad uno, tutti i motivi del fallinento della Giunta Acquaroli al governo da 4 anni della Regione Marche e del disastro in cui l’assesse Saltamartini ha condotto la sanità marchigiana oramai classificata da tutti gli organismi indipendenti agli ultimi posti di ogni classifica nazionale. L’ultima di qualche giorno fa è la classiffica della Fondazione Gimbe che ci vede al penultimo posto (dopo di noi solo la Calabria) sulla trasparenza delle regioni in fatto liste di attesa.
Il Pd si sta battendo e si batterà a tutti i livelli per il mantenimento di una sanità pubblica universale che cura indipendentemente da quanti soldi hai in tasca, sistema questo che la destra pezzo per pezzo, cerca di smontare a favore della sanità privata.
Il governo Meloni si riempie la bocca con la retorica sulla famiglia e intanto taglia il sociale, la sanità e il fondo sui nidi.
Il PD crede in una scuola che metta al centro studenti, genitori e docenti; una scuola aperta al confronto, alla libera circolazione delle idee per una crescita critica e consapevole dei nostri giovani,un luogo di educazione, di formazione, che sappia accogliere e valorizzare le differenza culturali senza escludere nessuno; una scuola che riaccenda quell’ascensore sociale fermo da tanti anni.
Particolare attenzione inoltre deve essere riservata al dimensionamento scolastico nelle aree interne, il cui ridimensionamento rischia di far definitivamente spopolare i nostri comuni dell’entroterra.
L’On.SCOTTO, capogruppo Pd in
Commissione lavoro intertervendo alla festa di Matelica oltre che della sacrosanta battaglia sul salario minimo che il Pd sta portando avanti, ha messo in evidenza i numeri impietosi della precarietà del lavoro che ci parlano di un Paese in cui i giovani sono costretti a scappare dall’Italia per cercare dignità e salario decente.
Per il governo il lavoro non coincide con la parola stabilita.