SPIAGGIA LIBERA TRA INCURIA E MANCANZA DI SERVIZI IGIENICI

Una lettera aperta al sindaco, scritta da una vacanziera che si firma e confessa di essere “da sempre innamorata di Civitanova” e che proprio per questo ha da lamentarsi per come è tenuta la spiaggia. “Mi chiamo Elisabetta Di Figlia e mi trovo attualmente a Civitanova Marche per trascorrere parte del mie vacanze estive”. Attacca così e prosegue: “da sempre sono innamorata della vostra città, ma ho notato con molto dispiacere che anche quest’anno le spiagge libere hanno subito un’ulteriore riduzione della propria area e inoltre la maggior parte risulta essere sprovvista di un bagno pubblico. Considerata in particolare la posizione centrale della spiaggia libera del lungomare sud (prossima al Varco sul mare e alla piazza XX Settembre) è alquanto deludente non solo non trovare un bagno pubblico necessario in ogni città dedita al turismo balneare, ma anche vedere lo stato di incuria in cui versa la spiaggia dove la vegetazione inizia a rivendicare lo spazio che dovrebbe essere dei sassi. Come è possibile che una perla dell’Adriatico come Civitanova, capace di catturare il turismo non solo nell’entroterra maceratese ma anche oltre appenninico, sia in un tale stato di abbandono? Capisco che probabilmente questa situazione si stia protraendo da anni e che gli errori commessi anche dalle passate amministrazioni si sommino a quelli più recenti, ma considerato il covid e il calo turistico si potrebbe avere una attenzione maggiore a quello che dovrebbe essere il maggiore introito della città: il turismo. Pertanto con questa lettera aperta vi chiedo cortesemente di procedere all’installazione di questi servizi affidandone la gestione alle tante persone disoccupate così sarà possibile risolvere parzialmente il problema della disoccupazione e della mancanza di servizi”. Una bella lavata di capo al sindaco perché arriva da una turista che ama Civitanova, che la vede con gli occhi di chi la sceglie per trascorrere le vacanze e che nota le cose che non vanno. Uno sguardo sulla città di cui dovrebbe tenere conto chi, amministrandola, preferisce la narrazione della propaganda piuttosto che la soluzione dei problemi e gli investimenti nei servizi.

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