STALKING E VIOLENZE SULLE DONNE: UN ALTRO CASO A CIVITANOVA

violenzaUn altro caso di atti persecutori è stato segnalato ai Carabinieri della Compagnia di Civitanova da parte di una ragazza del luogo, oggetto di frequenti episodi di percosse ad opera del fidanzato. Non aveva mai sporto denuncia e non si era nemmeno fatta mai refertare i ripetuti episodi. Sono stati gli ultimi fatti accaduti a Civitanova ad una ragazza, come lei, a farle trovare il coraggio di denunciare, di rivolgersi ai carabinieri della Caserma Piermanni. Un racconto di più mesi di angherie degenerate talvolta in violenza e percosse. Gli uomini dell’Arma l’hanno ascoltata pazientemente. Non vuole presentare querela. Ma la legge 23 aprile 2009, n. 38, prevede anche una formula alternativa alla denuncia che può essere promossa dalla vittima di stalking ancor prima di sporgerla. Infatti, fino a quando non è proposta la querela, per il reato di cui all’art.612 bis c.p., la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al Questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta. I carabinieri hanno spiegato, anche a questa giovane donna, che di fronte ad episodi del genere è sempre consigliabile “andare avanti”, anche con l’ammonimento. Nelle prossime ore, a seguito della segnalazione dell’Arma, l’Autorità di P.S. potrà esercitare l’evocato istituto dell’ammonimento.

Dall’inizio dell’anno sono stati denunciati all’Arma, soltanto nei comuni della costa maceratese, 16 casi di stalking e violenze su donne: 4 persone arrestate e 12 denunciate in stato di libertà. I carabinieri, particolarmente sensibili al fenomeno, non hanno mai trascurato alcun episodio ed hanno esercitato tutte le forme per indurre le vittime a far avviare le cosiddette “condizioni di procedibilità”. Le puntuali informative di reato, enunciate dall’Arma costiera per episodi del genere, hanno posto la magistratura nelle condizioni di emettere adeguate misure che, in alcuni casi, hanno limitato la libertà personale degli autori.

Come nel caso del civitanovese di 40 anni che, dopo essere tratto in arresto nel mese di marzo, per gesti eclatanti come il recapito di un mazzo di rose, con all’interno un ratto morto il giorno di San Valentino, od il furto del cagnolino della vittima, con tentativo di estorsione finalizzato alla restituzione. Era tornato a perseguitare la vittima a settembre scorso, quindi nuovamente arrestato su ordine di custodia cautelare. Un altro caso, giunto alle cronache, quello dello straniero che perseguitava una ragazzina di Porto Recanati a seguito di una storia occasionale. Un uomo che, nel corso di circa tre mesi, le aveva provocato lesioni personali, aggressioni, minacce, molestie tali da cagionare un perdurante stato d’angoscia. Le indagini dei carabinieri di Porto Recanati e Civitanova avevano fatto emettere alla magistratura un divieto di dimora nel territorio del comune di Porto Recanati.

Molti altri casi accaduti e denunciati, che non hanno avuto risonanza mediatica, ma che testimoniano quanto il fenomeno sia attuale e quanto sia necessario denunciare e non sottovalutare. Trovare la determinazione di formalizzare una denuncia è un gesto certamente apprezzato da chi, troppo spesso, è chiamato ad intervenire in episodi gravi, ormai accaduti.

L’attenzione dei Carabinieri al fenomeno non è casuale. La legge 38 del 2009, fra le Misure a sostegno delle vittime degli atti persecutori, prevede che le “forze dell’ordine, i presidi sanitari e le istituzioni pubbliche che ricevono dalla vittima notizia del reato di atti persecutori, di cui all’art. 612-bis c.p., hanno l’obbligo di fornire alla vittima stessa tutte le informazioni relative ai Centri Antiviolenza presenti sul territorio e, in particolare, nella zona di residenza della vittima”.

I carabinieri, certamente in grado di trattare le vittime in modo comprensivo e rassicurante, forniscono le informazioni sulle possibilità di ottenere assistenza psicologica, consulenza pratica e legale, risarcimento da parte dell’autore del reato e dallo Stato; nei casi previsti dalle leggi vigenti, l’Arma è tenuta ad informare, a richiesta della stessa vittima, sui risultati delle investigazioni concluse. I Centri Antiviolenza costituiscono, nel campo dell’assistenzialismo rivolto alle vittime di discriminazione e violenza di genere, un punto di riferimento offrendo assistenza, consulenza, sostegno legale e psicologico alle vittime di tale discriminazione e violenza. Le associazioni nascono su base volontaria e sono organizzate secondo la struttura della Onlus. Le associazioni sono molteplici, con diversa dislocazione territoriale, ciascuna con modalità di prestazione dei propri servizi peculiare, sviluppando anche metodologie d’intervento specifiche. Anche in questi territori, sono operativi centri antiviolenza che si interfacciano spesso con le forze di polizia per il supporto alle persone vittime di stalking.

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