La perdita del lavoro da saldatore, che aveva procurato qualche problema economico alla famiglia, e la forte depressione, con sbalzi d’umore, per cui si stava curando negli ultimi mesi. Sono forse le premesse del delitto apparentemente inspiegabile commesso ieri a Cupramontana (Ancona): Besart Imeri, 25 anni, macedone, disoccupato, è stato fermato e ha ammesso di avere ucciso il figlioletto Hamid, 5 anni, strozzato o soffocato davanti casa sul sedile posteriore della sua Toyota Yaris. Lo stesso bambino al quale aveva dedicato un profilo Facebook aperto da una foto insieme durante la festa di compleanno di Hamid. Le dichiarazioni spontanee rese l’altra notte al pm di Ancona Valentina Bavai nella caserma dei carabinieri costituiscono per gli inquirenti una “confessione esauriente” del giovane papà, che però, nel corso di un interrogatorio fiume in cui ha raccontato in modo confuso e frammentario l’accaduto, non è riuscito a descrivere il contesto dell’aggressione. All’arrivo del suo legale, Besart si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per capire il ‘movente’, i militari hanno sentito in ospedale a Jesi, dov’è stata ricoverata in stato di choc, la moglie connazionale 24enne, incinta al settimo mese, da cui l’uomo ha avuto anche un altro figlio piccolo. “Sapevo che avevano difficoltà a pagare l’affitto – ha riferito Luigi Cerioni, sindaco della cittadina famosa per la festa del vino – ma da qui a immaginare una tragedia del genere…”. Ad ottobre il centro era stato scosso dal suicidio di una ragazza ucraina, da anni residente in Italia con la madre. Ma – ha sottolineato il sindaco -, “nella nostra comunità i migranti sono ben integrati”. Dolore e sconcerto tra parenti e amici che sfilano in queste ore per le condoglianze a casa della famiglia Imeri dove nessuno, il padre, che abita nello stesso palazzo in via Bonanni, o i fratelli, che vivono lì vicino, aveva avvertito segnali di una tragedia del genere. La Procura di Ancona procede per omicidio volontario aggravato dai vincoli di parentela, ma non esclude che vi siano le turbe psichiche all’origine della furia del giovane papà forse ‘scatenata’ da un capriccio del piccolo. Tanto che il difensore avv. Raffaele Sebastianelli non esclude di richiedere perizie specifiche. La convalida del fermo per il 25enne si terrà la mattina del 7 gennaio davanti al gip: chissà che in quell’occasione non sia in grado di spiegare meglio l’accaduto. Il pm Valentina Bavai non ha contestato la premeditazione. Ancora non c’è una data invece per l’autopsia che verrà eseguita ad Ancona dal medico legale Mauro Pesaresi. Dagli accertamenti autoptici potranno arrivare elementi decisivi per capire la precisa causa delle morte del bambino e l’esatta dinamica dei fatti.