UN CENTRO DIURNO PER MALATI DI ALZHEIMER NEI LOCALI DELLA FIERA: UNA SCELTA SBAGLIATA

La ex Fiera di Civitanova, proprietà del Comune e quindi dei cittadini, è stata utilizzata fino a poco tempo fa come Hospital Covid, grazie a finanziamenti pubblici e privati. Tuttavia, ora che questa funzione è terminata, la struttura dovrebbe tornare al Comune per una nuova destinazione.

L’ipotesi di trasformare metà edificio in sede della Protezione Civile e l’altra metà in un centro diurno per malati di Alzheimer ha sollevato molte critiche. Tra le voci più critiche c’è quella di Amedeo Regini, che definisce questa proposta “una scelta incredibile”.

Ma a chi è venuta in mente una soluzione del genere? Immaginate un centro diurno per malati di Alzheimer circondato dai mezzi della Protezione Civile, con il traffico generato dal Palasport, una nuova struttura sportiva attaccata al Palas in via di apertura, e due antenne telefoniche a pochi metri. Tutto questo senza neanche un’area verde dove i pazienti possano uscire,” afferma Regini, che si dice sorpreso di aver appreso la notizia solo dalla stampa locale.

La presenza delle due antenne telefoniche, sottolinea, “è particolarmente preoccupante, perché tecnicamente non potrebbero trovarsi così vicine a una struttura con funzioni medico-assistenziali”.

“La destinazione della Fiera come Covid Hospital era stata ratificata dal Consiglio Comunale. Perché ora, sul futuro della struttura, nessuno ne discute? I consiglieri comunali tacciono, quando invece dovrebbero portare le decisioni nelle sedi opportune,” aggiunge Regini.

“Nessuno nega che serva un centro diurno per i malati di Alzheimer,” spiega Regini, “ma deve essere progettato in modo da rispettare la dignità e le esigenze delle persone più fragili. I malati di Alzheimer non sono scarti umani, ma persone che meritano tutte le attenzioni, sia dal punto di vista psico-fisico che ambientale.”

Secondo Regini, i fondi potrebbero arrivare da risorse già a disposizione del Comune: “Ci sono fidejussioni milionarie depositate da società edilizie a garanzia di urbanizzazioni mai realizzate. Quei soldi potrebbero essere incassati e utilizzati per progetti più adeguati e rispettosi.”

L’appello di Regini è chiaro: “È necessario che questa decisione venga affrontata con trasparenza e valutata nelle sedi opportune, come il Consiglio Comunale. Solo così si potrà arrivare a una soluzione che tenga conto del benessere di tutti, soprattutto delle persone più fragili.”

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